Azacitidina e Lenalidomide sequenziale nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ad alto rischio e leucemia mieloide acuta
Lo standard di cura per le sindromi mielodisplastiche è rappresentato da agenti ipometilanti come Azacitidina ( Vidaza ). Tuttavia, le risposte ad Azacitidina sono generalmente temporanee, e i risultati dopo il fallimento degli agenti ipometilanti sono scarsi.
Pertanto, è fondamentale lo sviluppo di trattamenti più efficaci per migliorare i risultati nei pazienti con sindromi mielodisplastiche.
Uno studio ha valutato Azacitidina e Lenalidomide ( Revlimid ) nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ad alto rischio e leucemia mieloide acuta.
Lo studio a braccio singolo di fase 1/2 effettuato presso il Texas MD Anderson Cancer Center, negli Stati Uniti, ha coinvolto pazienti di ogni età eleggibili per la fase 1 e 2 bis con leucemia mieloide acuta recidiva o refrattaria o sindrome mielodisplastica con blasti nel midollo osseo superiori al 10%.
Per la fase 2b, i partecipanti idonei non erano stati precedentemente trattati, avevano sindrome mielodisplastica con un punteggio International Prognostic Scoring System ( IPSS ) intermedio-1 o più alto fino al 30% di blasti.
Tutti i partecipanti hanno ricevuto 75 mg/m2 di Azacitidina una volta al giorno per 1-5 giorni per ogni ciclo di 28 giorni.
Ai pazienti è stata somministrata Lenalidomide per os per 5 o 10 giorni a partire dal giorno 6.
Sono state valutate 7 dosi di Lenalidomide in un fase 1 ( n=28 ).
L'endpoint primario nella fase 1 era la dose massima tollerata, e l'endpoint primario nella fase 2 era la sopravvivenza globale.
Tra il 2009 e il 2013 sono stati arruolati 88 pazienti ( 28 nella fase 1 e 60 nella fase 2 ).
Un paziente è morto inaspettatamente nello studio di fase 1 alla dose più alta, altri 6 pazienti sono stati reclutati senza ulteriori eventi avversi gravi.
Non sono stati registrati effetti tossici dose-limitanti, e la dose massima tollerata di Lenalidomide in combinazione con Azacitidina in pazienti con leucemia mieloide acuta e sindrome mielodisplastica è stata inizialmente stabilita a 50 mg al giorno per 10 giorni.
Nei primi 20 pazienti in fase 2, è stato notato un alto tasso di mielosoppressione ed effetti tossici correlati alla mielosoppressione; pertanto, è stata modificata la dose di Lenalidomide a 25 mg al giorno per 5 giorni.
Sono stati anche aggiustati i criteri di inclusione per includere i pazienti con meno del 30% di blasti concentrandosi soprattutto sui pazienti con sindromi mielodisplastiche.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 75 settimane per i 40 pazienti in fase 2b.
Gli eventi avversi di grado 3-4 più comuni sono stati febbre neutropenica ( n=27 ) e polmonite ( n=18 ).
È stata identificata una combinazione di trattamento sequenziale sicura e attiva con Azacitidina e Lenalidomide per il paziente con sindrome mielodisplastica e sono state ottenute prove preliminari che hanno indicato che questa dose è sicura anche per i pazienti con leucemia mieloide acuta. ( Xagena2015 )
DiNardo CD et al, Lancet 2015;2:e12-e20
Emo2015 Onco2015 Farma2015
Indietro
Altri articoli
Venetoclax e la combinazione orale di Decitabina più Cedazuridina nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ad alto rischio o leucemia mielomonocitica cronica
La terapia con cellule CAR-T, Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ), ha mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da...
Eltrombopag per le sindromi mielodisplastiche a basso rischio con trombocitopenia: risultati provvisori dello studio EQOL-MDS
Nelle sindromi mielodisplastiche ( MDS ), la trombocitopenia grave è associata a una prognosi sfavorevole. E' stata presenta la seconda...
Efficacia e sicurezza di Luspatercept rispetto a Epoetina alfa nelle sindromi mielodisplastiche a basso rischio, dipendenti da trasfusione, naive agli agenti stimolanti l'eritropoiesi: studio COMMANDS
Gli agenti stimolanti l'eritropoiesi ( ESA ) rappresentano il trattamento standard per l'anemia nella maggior parte dei pazienti con sindromi...
Le mutazioni U2AF1 ed EZH2 sono associate ad anemia emolitica non-immune nelle sindromi mielodisplastiche
L'emolisi è un fenomeno ben noto ma scarsamente caratterizzato in un sottogruppo di pazienti con sindromi mielodisplastiche ( MDS )....
La FDA ha approvato Tibsovo per il trattamento delle sindromi mielodisplastiche avanzate
L'Agenzia regolatoria degli Stati Uniti FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Tibsovo ( Ivosidenib ) per il...
CYAD-01, una terapia con cellule CAR-T autologhe basate su NKG2D, nella leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria e nelle sindromi mielodisplastiche o nel mieloma multiplo: studio THINK
CYAD-01 è una terapia CAR-T basata sul recettore natural killer ( NK ) gruppo 2D ( NKG2D ), che lega...
Reblozyl a base di Luspatercept nel trattamento dell’anemia nelle sindromi mielodisplastiche e nella beta-talassemia
Reblozyl è un medicinale usato per il trattamento dell’anemia ( bassa conta dei globuli rossi ) in adulti affetti dalle...
Magrolimab in combinazione con Azacitidina nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ad alto rischio
Magrolimab è un anticorpo monoclonale che blocca il cluster di differenziazione 47 ( CD47 ), un segnale don’t-eat-me sovraespresso sulle...
Pevonedistat più Azacitidina versus Azacitidina da sola nelle sindromi mielodisplastiche ad alto rischio / leucemia mielomonocitica cronica o AML a bassa percentuale di blasti
PANTHER è uno studio globale, randomizzato di fase 3 di Pevonedistat + Azacitidina ( n=227 ) versus Azacitidina in monoterapia...
Eprenetapopt più Azacitidina dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche per leucemia mieloide acuta TP53-mutante e sindromi mielodisplastiche
Gli esiti sono sfavorevoli nella leucemia mieloide acuta ( AML ) e nelle sindromi mielodisplastiche ( MDS ) con mutazione...